miércoles, octubre 17, 2007

Opening Dorothy Circus Gallery (Rome)

Testo critico
a cura di Gianluca Marziani
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Luoghi magici. Dettagli alchemici. Corpi magnetici

Vertigini emotive come lampi improvvisi nella notte

Figure anomale catalizzano la scena con la loro conturbante energia

Benvenuti a STORIES FROM THE WONDERLAND

Un progetto espositivo. Due capitoli. La stessa visione del flusso immaginifico








My Stuff




Blows Blows...







Lusesita hanging globes




The pinkest gallery






Painting the mummy



Mummy and T-shirts



The Mummy




Painting the fontain in the street



Life is pink





La fontana Miracolosa
...The wonderful fontaine




Whith Alexandra ...The nicest Galerist



Whit Andy Fluon and his friend...He is like Bowie






People seeing my stuff





people...




The contortionist



More people...





People waiting in the street...






the shop



Sculpture whit Lusesita



Whit Aaron Jasinski




Magic is in the streets



Testo critico
a cura di Gianluca Marziani
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Luoghi magici. Dettagli alchemici. Corpi magnetici

Vertigini emotive come lampi improvvisi nella notte

Figure anomale catalizzano la scena con la loro conturbante energia

Benvenuti a STORIES FROM THE WONDERLAND

Un progetto espositivo. Due capitoli. La stessa visione del flusso immaginifico



Quattordici artisti accompagnano le direzioni dello sguardo “oltraggioso”

Dorothy Circus Gallery e Gianluca Marziani guidano concetti e incroci estetici per la prima mostra di un nuovissimo spazio espositivo. Siamo a Roma con una concept-gallery di ultima generazione dalle idee chiare e dall'identità altrettanto chiara: indagare specifici territori linguistici, orientabili tra pop surrealism e lowbrow, figurazione estrema e realtà pittoriche indipendenti. A tenere i fili di Dorothy Circus ecco Alexandra Mazzanti e Jonathan Pannacciò, anime complementari che hanno ideato il progetto nella sua complessità tematica e curatoriale. Un occhio internazionale e antagonista che attraverserà i continenti sul filo rosso di una nuova e crudele bellezza.

Si parte con STORIES FROM THE WONDERLAND: molteplici visioni dentro universi in cui ogni artista ritrova la sua geografia elettiva. Variano le atmosfere, gli stili, il carico emotivo, la tensione psicanalitica. Non cambia tra gli artisti la volontà di raccontarci altri piani del reale, territori ulteriori che appartengono ai surrealismi insinuanti della mente. Il mondo esterno diventa così un luogo impervio e imprevedibile, attraente e respingente, miscuglio di crudele e sublime, normale e assurdo, morbido e spigoloso. Giorno e notte si compenetrano in una fusione di sentimenti e attitudini: ogni cosa contiene qui il suo doppio e molto di più, richiama il reale con regole proprie e riconoscibili. Nel paese delle meraviglie le apparenze ingannano e gli inganni superano le molte apparenze..

Wonderland come luogo ideale dove si metabolizzano le paure ancestrali, il viaggio onirico, gli archetipi dell'infanzia, le aspirazioni oltre le piattezze del quotidiano. Wonderland come territorio d'accoglienza per coloro che rileggono la storia, gli eventi quotidiani, i piccoli e grandi drammi sociali. Wonderland come metageografia in cui individuo e società si fondono nelle visioni morali di una pittura emozionale, classica e al contempo dissacrante, ben congegnata per tecnica e soluzioni, oltre il vincolo limitante dei generi.

STORIES FROM THE WONDERLAND è un complesso introdursi in una pittura che rispecchia lo spirito più contaminato del nostro tempo. Diverse ipotesi figurative che mostrano la visionarietà e il suo plausibile realismo. Paesaggi, corpi, animali, storie, natura, oggetti: il mondo si misura con la cifra metabolica degli artisti, tutto somiglia al reale eppure percepisci atmosfere sospese, un senso di attesa spasmodica e silenziosa, di dubbio o pericolo, di silenzi anormali o strani rumori in arrivo.

Questi gli artisti della prima tappa: Jonathan Weiner, Sarah Joncas, Aaron Jasinski, Sergio Mora, Andy Fluon Jonathan Pannacciò, Nathan Spoor

Per Jonathan Weiner il mondo ha una piega dark che scoviamo dalle timide protagoniste in nero, da minimi dettagli d'ambiente, da ragazzi che sembrano dei generosi martiri urbani. Le ragazze di Sarah Joncas assumono sul proprio corpo l'identità del mondo esterno, diventando protesi e completamento del reale, mimetizzandosi attraverso la pura attinenza del proprio essere. Aaron Jasinski ci incanta col suo realismo poetico che nasconde ambiguità, derive, eccessi plausibili. Sergio Mora mescola fiaba, cultura circense, mitologie popolari, cronaca, erotismo: un universo rovesciato che metabolizza la lezione iconografica di Mark Ryden in una versione più mediterranea e altrettanto “politica”. Andy Fluon , con stile flat dalle gamme fluo, combina in chiave iperpop frammenti sparsi, citazioni, icone da copertina, feticci e altri spunti figurativi. Jonathan Pannacciò ricrea superfici enigmatiche e visionarie, una sorta di pattern organici che pulsano tra realtà figurativa e deriva astratta. Nathan Spoor chiude la prima tappa coi suoi paesaggi enigmatici che sembrano l'identità definitiva della mostra. Luoghi sublimi che impongono il dubbio sul “cosa” stiamo vedendo e sul “come” guardiamo le immagini.

Seconda tappa con Damon Soule, Kathie Olivas, Josh Clay, Tim McCormick, Nicoletta Ceccoli, Ahren Hertel, Andrea Ambrogio



Buon viaggio. E che la meraviglia sia sempre con Voi…

3 comentarios:

Anónimo dijo...

Hi Sergio,
I've been yesterday in rome to see your pieces at dorothy and loved what you've done for the show,the chair,the eggs,the little images so funny ,sad ,and romantic .I fell in love times ago with your illustration work when I first saw your pieces for 'alice in wonderland'..I have your falling alice image on my wall.. bye bye magical sergio..
nicoletta

maxi dijo...

bravíssimo!!!!

Isthar dijo...

Que chulo!!!!!!!